Per me è stato un salto negli anni'70 entrare nella fabbrica Chilavert del barrio di Pompeya. Già dall'esterno il portone bianco che si affaccia sulla piccola strada ti fa entrare in un altro mondo, quello del 1923, quando è nata questa impresa artigianale di arti grafiche. Nel 2002 c'erano 50 operai che stampavano libri e cataloghi, quando un brutto dì il padrone della fabbrica finì in bancarotta fraudolenta. Perdere il lavoro? Mai! Gli operai la occuparono, a ridosso della peggiore crisi economica che l'Argentina ricordi, e restarono chiusi dentro otto mesi. La polizia tentò di sgomberarli due volte e quando ci riuscì, loro non mollarono affatto. Julio, un vecchio tipografo, pensò di stampare un libro clandestinamente e con la polizia davanti alla fabrica giorno e notte, si mise a distribuirlo in auto nel barrio, bussando a tutte le porte delle case. La gente cominciò a solidarizzare con gli operai e l'appoggio divenne immediato e forte tanto che nell'ottobre del 2002 il governo cittadino dovette accettare la proposta degli operai: la Chilavert sarebbe diventata una cooperativa. Nessun padrone, i padroni sono gli operai e continuano a stampare, ma adesso hanno messo anche un centro culturale e manifesti di lotta sui muri, per il loro quartiere. C'è una biblioteca, corsi di spagnolo per chi ha studiato poco e di ricamo per le donne anziane e c'è, da qualche mese anche la notte della milonga.
Una scaletta di ferro conduce a una sorta di soppalco riempito di opere d'arte moderna, quadri e sculture che penzolano nel vuoto, di macchine da scrivere anni '70 e oggetti antichi un po' strani. L'atmosfera è impagabile. Sembra di essere in un teatro popolare. Grazie a Luis Eduardo, German e Paola e altri amici del barrio che hanno fatto il miracolo, anziani e giovani si ritrovano qui a sorseggiare un bicchiere di vino come fossero su un palcoscenico, mentre Eduardo cucina la pizza nel forno improvvisato. Costa talmente poco che m sento completamente sprofondata in una fabbrica occupata delle proteste italiane della metà anni '70. La differenza è che questa cooperativa è stabile, gli artisti che ci lavorano lo fanno con gioia e serietà in un silenzio a tratti eccessivo, quasi fossero i custodi di una storia unica per Buenos Aires. La notte della milonga alla Chilavert chiama gente che vuole stare proprio qui, in quest'atmosfera di lotta che è diventata il simbolo dell'Argentina che ha resisito al corralito, ai ladroni, al crollo della moneta. Occupare, resistere, produrre. Gli operai stasera non sono venuti perchè sono dovuti correre in aiuto a un'occupazione alla Terrabusi. La polizia ha caricato, ci sono dei feriti.
Alle due di mattina, dopo una performace teatrale di German e Paola dopo le pizze tutte diverse di Eduardo, dopo la musica delicata e intima di un gruppo di giovani musicisti, ho ballato il tango più bello che potessi immaginare con German, ballerino, artista e insegnante di un altro modo di intendere il tango. Più culturale, forse più capace di rappresentare la Buenos Aires di oggi che arranca ma non cede.
26-09-2009
Publicado por Bruna Bianchi